Alamari rossi (Riccardo Ranieri) by Federico Maria Rivalta

Alamari rossi (Riccardo Ranieri) by Federico Maria Rivalta

autore:Federico Maria Rivalta [Rivalta, Federico Maria]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2020-05-11T16:00:00+00:00


CAPITOLO 15

Alle sette di quella mattina, il colonnello Forghieri si era presentato di nuovo di fronte a Gustavo Schievani per un secondo interrogatorio, dopo una notte di presumibili riflessioni.

Il ragazzo, per quanto esausto, tormentato da pensieri di ogni genere, era riuscito a prendere sonno solo verso le quattro, ma dopo pochi minuti un violento temporale lo aveva subito svegliato accompagnandolo fino alle sei e trenta, quando un agente penitenziario era andato a prelevarlo per riportarlo al cospetto del colonnello.

«Allora, signor Schievani» aveva esordito Forghieri con tono sibillino, «ha qualcosa da dirmi?»

«E cosa vorrebbe che le dicessi? Io non c’entro con i suoi terroristi e non c’entro con la sua rapina.»

Un velo di delusione aveva attraversato il viso di Forghieri; si era battuto una mano sul ginocchio.

«Va bene. Allora, se le cose stanno come dice lei» aveva sibilato, «non c’è motivo che io insista.»

Poi si era sporto in avanti avvicinando pericolosamente il viso al suo.

«Per sua stessa ammissione lei è accusato di spaccio di sostanze stupefacenti e probabilmente se la caverà con qualche mese di detenzione, ma si ricordi che se emerge una verità diversa, lei si sarà fatto un nemico molto pericoloso che la troverà anche nella cella più remota del carcere. Sono stato chiaro?»

Gustavo aveva deglutito e assentito col capo, troppo spaventato anche solo per parlare.

Alle sette di quella sera, mentre Giulia e Riccardo abbandonavano il tavolino dove avevano consumato l’aperitivo offerto da De Vincenzi, il cellulare di Baldan squillò. Giulia si bloccò incrociando lo sguardo del commissario, che con una mano le fece cenno di aspettare un momento.

«I carabinieri del nucleo antiterrorismo mi hanno informato che se vogliamo possiamo interrogare Gustavo Schievani. Si trova nel carcere di Padova.»

«Alla buonora» rispose lei.

Lungo il tragitto il commissario le spiegò che i carabinieri avevano proceduto all’arresto di Schievani con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti.

Raggiunsero la casa circondariale mezz’ora dopo.

Quando Baldan, dopo aver espletato le necessarie procedure per l’ingresso, si trovò davanti la Pechinese arrivata ad accoglierli, rimase provocatoriamente immobile e muto a fissarla. Lei non mosse nemmeno un sopracciglio né diede l’impressione di provare il minimo disagio. Giulia li trovò uno di fronte all’altra come due statue di sale.

«Be’?»

Alla sua espressione di stupore rispose il commissario, mentre la vicecomandante del carcere si girava per indurli a seguirla.

«Niente, stavamo amabilmente chiacchierando del più e del meno mentre ti aspettavamo.»

Furono fatti accomodare nella sala adibita alle visite dei parenti.

Dopo meno di cinque minuti una guardia accompagnò Schievani al loro cospetto.

Il ragazzo era visibilmente provato e preoccupato. I suoi stessi abiti avevano un aspetto dimesso, come se provassero la stessa stanchezza di chi li indossava.

Durante l’attesa, Giulia si era accordata con Baldan sulle domande da porgli.

«Sappiamo che è già stato interrogato dai carabinieri del nucleo antiterrorismo. Può dirci per sommi capi come è andata?»

Gustavo raccontò loro i due interrogatori, non tralasciando le minacce del colonnello. Fu proprio questo dettaglio finale a convincere gli inquirenti di trovarsi davanti a un potenziale pericolo: Forghieri era pronto a tutto pur di evitare che loro arrivassero a parlare per primi con la presunta mente della rapina.



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